In questo momento, in cui si stanno già scrivendo delle pagine di storia, ci chiediamo come questa vicenda sarà ricordata, saranno sicuramente ben sviscerate le misure adottate dai diversi paesi, si parlerà di Conte, di Trump e di Boris Johnson, si parlerà della Cina e dei pipistrelli. Forse si parlerà del primogenito, positivo al virus, della longevissima Regina Elisabetta II, che, scherzosamente, dopo essere sopravvissuta all’era glaciale, sembra essere sulla buona strada per sopravvivere anche ai figli.
In secondo piano passeranno, invece, i sentimenti della gente comune, la perdita della libertà e le più o meno gravi conseguenze psicologiche.
In questo periodo difficile, fondamentale è il ruolo che ha assunto l’arte, in tutte le sue forme. Costretti in casa, spesso senza poter lavorare, tutti noi ci siamo ritrovati a dover escogitare un modo per trascorrere il tempo, nel susseguirsi di lunghe giornate tutte uguali. Chi si è dedicato alla lettura, chi ha scelto di rimediare finalmente alla lunga lista di film che non trovava mai il tempo di guardare, chi ha ritrovato colori e pennelli in un cassetto, chi ancora ha deciso di riprendere in mano uno strumento da tempo abbandonato in qualche angolo di casa.
L’arte, nel suo significato più ampio, ci ha preso per mano e ci ha accompagnato in questi due mesi, aiutandoci a sostenere il peso della tristezza che ha investito in pochissimo tempo il mondo intero.
Attraverso l’arte siamo riusciti a sentirci, anche se solo per un attimo, più vicini, cantando dai balconi o condividendo le foto della nostra quarantena, scattate all’interno delle nostre case, dalle nostre finestre. Attraverso l’arte siamo riusciti a comunicare superando le distanze.
Numerosi sono e sono stati gli artisti che hanno messo all’asta le proprie opere, con lo scopo di raccogliere quanti più fondi possibile e offrire un aiuto concreto nell’emergenza, dagli illustratori, ai pittori, ai tatuatori. Tutti insieme per il raggiungimento di un obiettivo comune.
In tutto il mondo, alcuni musei hanno dato la possibilità di visitare online le proprie esposizioni: ed ecco in poco tempo abbiamo viaggiato da Firenze a Parigi, da Londra a New York. Altri ancora hanno messo a disposizione diversi corsi di arte. Anche così la nostra quarantena è diventata più sopportabile.
Nel campo della musica, molti artisti hanno organizzato dirette e concerti online e noi, con una cassa da casa, abbiamo provato a godere della musica come se fossimo tutti insieme, osservando sullo schermo del cellulare quel numeretto in alto a destra che, cambiando velocemente, indica il numero dei partecipanti. Molti altri, invece, si sono dedicati alla composizione di nuove canzoni, chi coinvolgendo i propri fan, altri con lo scopo di raccogliere fondi, altri ancora semplicemente per buttare fuori tutto ciò che si stava accumulando dentro.
Abbiamo trovato un modo per prendere una boccata d’aria e sentirci vicini e l’abbiamo fatto in mille modi diversi. Molti di noi, in questo periodo di pausa, hanno avuto modo di fermarsi a riflettere, di guardarsi dentro. In tanti hanno trovato nuovi e creativi modi di esprimere se stessi (PsyCose ne è un esempio).
Arte e creatività ci hanno hanno dato una mano a razionalizzare e comunicare, ci hanno aiutato anche a parlare con i bambini. Come sempre il disegno ci viene in aiuto per raccontare la vita ai più piccoli, in questo caso sotto forma di arcobaleni colorati e virus dai colori pastello.
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