“From Here I Saw What Happened and I Cried”, è il titolo del lavoro di Carrie Mae Weems, nato con l’intenzione di dare una voce a chi, in passato, questa voce non l’ha avuta.
Per la sua realizzazione, l’artista ha recuperato dagli archivi delle Università e dei Musei una serie di ritratti di schiavi afroamericani e africani del XIX e del XX secolo; alcuni di questi, scattati con lo scopo di fornire prove a sostegno delle teorie sull'inferiorità razziale degli africani.
Carrie Mae Weems è un'artista contemporanea americana. Nata negli anni ’50, oggi è molto conosciuta nel campo della fotografia ma non solo, i suoi lavori spaziano dalle immagini alle installazioni multimediali, fino al lavoro con i tessuti e con i testi.
Con “From Here I Saw What Happened and I Cried”, la Weems ci racconta come, nel corso della storia, la fotografia sia stata impiegata anche per scopi poco nobili, avendo, in questo caso, contribuito a rafforzare e sostenere il razzismo, l’ingiustizia e gli stereotipi. Questi scatti, infatti, testimoniano come i cittadini americani di quei tempi rappresentavano gli afroamericani e come si relazionavano con loro, rendendo esplicite le credenze e le discriminazioni.
Gli scatti originali sono stati ri-fotografati dalla Weems, stampati con dei filtri colorati e incisi con delle frasi che ricordano lo scopo originale dello scatto, frasi come “Un tipo di negroide”.
Parlando del progetto, Carrie Mae Weems spiega come lo scopo del suo lavoro sia quello di donare una nuova umanità e dignità alle persone ritratte in quelle fotografie, un’umanità che a quelle persone era stata in origine negata.
“Se ti guardo, tu esisti: ho usato quest'idea per dare voce sia all'immagine che al soggetto.”
L’installazione si trasforma in questo modo nel racconto di una storia di schiavitù, razzismo e oppressione. Il manifesto di una storia passata, narrata tramite i volti delle persone che l’hanno vissuta, che oggi assume nuovi colori e nuove sfumature.
Carrie Mae Weems vuole smuovere le coscienze, utilizza un linguaggio crudo, immagini forti e colori vivi come armi di protesta e di denuncia sociale, restituendo umanità alle persone ritratte e, soprattutto, sperando di accendere l’umanità di chi, oggi, può di nuovo guardarle negli occhi.
La conoscenza dell’altro, il contatto e il coinvolgimento emotivo sono elementi fondamentali per il superamento degli stereotipi, per la modifica degli atteggiamenti e dei comportamenti, contribuendo all’abbattimento delle barriere e al superamento del razzismo.
Tutti questi elementi sono presenti nell’opera della Weems, provocando un forte impatto nello spettatore. I volti, le parole e i colori interagiscono con chi osserva, colpendolo sul piano emotivo e provocando sentimenti contrastanti tra la tristezza e la compassione, tra la sofferenza e l’impotenza, nei confronti di un passato che oggi ormai è storia, ma che resta ancora lì, congelato, a guardarci, quasi come un’ammonizione per il presente e per il futuro di cui noi siamo i responsabili.
"From Here I saw What Happened and I Cried è, forse, uno dei lavori più dolorosi che ho fatto. Quando lo guardo, lo studio, piango. È un'opera molto triste e al tempo stesso anche piena di speranza, che fa parte della tristezza del resto, speranza che, alla fine, l'umanità che ci accomuna venga compresa e accolta.” Carrie Mae Weems
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